Home » News » 20/4/2023 – Conviviale “Il diritto penale totale”

20/4/2023 – Conviviale “Il diritto penale totale”

Serata dedicata ad un tema particolare ma allo stesso tempo interessante ed attuale anche per la capacità del relatore di affrontare un argomento che, a prima vista, può apparire specialistico ma che assolutamente si cala nella più viva realtà.

Partiamo dal titolo scelto dal relatore: “Il diritto penale totale” che è anche il titolo dell’ultima monografia scritta da Filippo Sgubbi, già docente di Diritto Penale e pubblicata poco prima della scomparsa dell’autore.

A parlarci di “Diritto Penale totale” è stato Mario Arienti che non ha certo bisogno di particolari presentazioni, socio ben conosciuto ed assai apprezzato del nostro Club.

Qualche parola di presentazione appare però doverosa.

Mario Arienti è un giovane e già molto apprezzato avvocato penalista del Foro di Milano. Dopo la laurea conseguita all’Università di Milano-Bicocca ha frequentato un Master di II° livello all’Università Cattolica sempre a Milano specializzandosi in diritto penale dell’impresa. Presta consulenza a società italiane e straniere e ad Enti Pubblici per tutti i profili di compliance sul piano penale. E’ componente attivo della Camera Penale di Milano e frequentemente partecipa a convegni, anche in qualità di relatore, su temi riguardanti il diritto e la procedura penale.

Ma veniamo alla relazione che, come si diceva, prende spunto e titolo dal testo sopra citato.

Non semplice riassumere i tanti temi e concetti illustrati dal relatore con grande competenza che hanno riguardato non solo il diritto penale comunemente inteso, ma anche aspetti e vicende della vita quotidiana interpretati alla luce delle norme penali.

Il cosiddetto Diritto Penale “totale” viene spesso invocato in tante situazioni come rimedio, una vera e propria panacea, a vari mali sociali.

Il diritto penale è andato via via espandendosi, a volte in maniera abnorme; tutto ciò ha comportato spesso il sacrificio dei principi fondamentali di garanzia che dovrebbero rappresentare la stella polare del diritto soprattutto in campo penale, favorendo così un clima nel quale il giustizialismo ed una buona dose di populismo la fanno da padroni.

Sembra che il diritto penale “totale” appaia ormai quasi come un diritto senza legge perché all’opera di definizione dell’illecito partecipano non solo le classiche fonti normative o giurisprudenziali, ma anche quelle di natura sociale e in alcuni casi addirittura vengono utilizzate formule algoritmiche che, a ben vedere, poco o nulla hanno a che fare con il diritto.

E come se l’identificazione tra diritto penale e legge sia tramontata.

Questo tipo di diritto penale appare anche senza verità che è il fondamento sul quale si costruisce la norma penale che, in linea generale, tende ad essere sostituita da tante verità relative che sembrano dare origine a diversi sistemi penali differenziati accentuando in tal modo le divisioni sociali.

Ormai si tende a prescindere dal concetto di colpa individuale; la sanzione è comminata non tanto per quello che il soggetto ha commesso colpevolmente, quanto piuttosto per ciò che il soggetto è, per le sue origini e storia, per il ruolo che ha nella società, in una parola per la sua pericolosità sociale.

Sembra quasi che il tradizionale binomio innocente / colpevole non esista più, sostituito non si capisce bene da cosa.

Bisognerebbe forse cercare di recuperare il valore di civiltà dei valori basilari di responsabilità individuale e di certezza del diritto, canone fondamentale che appare lasciato in disparte.

Nel tempo si è andato affermando il concetto di creazione di reati non previsti dall’ordinamento giuridico ma creati, forse si potrebbe dire immaginati, dalla giurisprudenza, con conseguenze facilmente immaginabili; in tal modo si rischia di comminare sanzioni senza il supporto di un testo normativo.

Si può arrivare ad una sanzione senza un reale accertamento dei fatti, rischiando in tal modo di processare non la persona ma un sistema, sulla base di semplici indizi e non di prove concrete e ciò sembra paradossale.

Questi solo alcuni, tra i tanti, dei temi trattati dal relatore nel suo assai interessante ed apprezzato intervento seguito con attenzione da tutti i presenti.

Il relatore ha terminato con un auspicio più che una speranza, auspicio, del tutto condivisibile, che così può essere sintetizzato: recupero dei principi fondanti del diritto penale liberale e del giusto processo, restituzione alla legge penale del suo scopo proprio, riforma del funzionamento della magistratura penale e, soprattutto, osservanza della Carta Costituzionale (con particolare riferimento all’art. 27).

Condividi l'articolo