Serata molto partecipata quella della prima riunione del mese di ottobre.
Ci siamo riuniti in interclub con gli amici del R.C. SEDECA che hanno accettato il nostro invito, spinti dall’interesse sull’argomento trattato e dal prestigio dei relatori, accompagnati dal Presidente Mario Meregalli.
Graditi ospiti, il Governatore eletto del nostro Distretto per l’anno rotariano 2024/2025, Carlo Fraquelli, l’assistente del Governatore del nostro Gruppo, Paolo Chieregatti, i Presidenti dei R.C. Cantù, Fabio Stock, Colli Briantei, Massimo Marino Vialardi con alcuni loro soci e i rappresentanti di Banca Generali, oltre naturalmente ai relatori, Dott. Giulio Brunetta e Dott.ssa, Roberta Romano, manager di Banca Generali all’interno della quale occupano importanti posizioni.
Impegnativo il titolo della relazione: “Capitalismo familiare, sue criticità, internazionalizzazione e managerializzazione dell’impresa, apertura al capitale”.
Nonostante ciò, la relatrice è riuscita ottimamente a presentare l’argomento in maniera chiara ed esaustiva che si può riassumere e semplificare su come affrontare il passaggio generazionale nelle aziende.
La relazione è stata introdotta dal Dott. Brunetta che ha brevemente ricordato la storia di Banca Generali, una realtà importante ed ormai ben consolidata e conosciuta non solo in Italia. Ma veniamo alla relazione.
La Dott.ssa Romano ha esordito ricordando che l’argomento del passaggio generazionale presenta diverse e differenti sfaccettature che dipendono, essenzialmente, dalle situazioni e dal contesto nel quale sono inserite le realtà aziendali che, come appare ovvio, non permettono eccessive generalizzazioni.
La relatrice si è poi soffermata sul ruolo che Banca Generali svolge in questo specifico ambito che è quello non più solo, per così dire, finanziario ma di affiancamento agli imprenditori in alcuni momenti della vita aziendale per cercare di indirizzarli verso scelte sempre più consapevoli e ponderate.
Il tutto presentando alcuni esempi pratici che hanno permesso di capire meglio le dinamiche sottostanti al passaggio generazionale.
Cosa non facile e neppure semplice quando i figli, ad un certo punto, si trovano a gestire l’impresa magari senza grande entusiasmo e senza le necessarie competenze.
Un’affermazione della relatrice ha particolarmente colpito: oggi sembrano esserci più soldi che idee; certo il capitale è importante ma se mancano le idee anche il denaro può non essere sufficiente per poter percorrere la strada giusta.
Ormai non sembra essere più il tempo di “un uomo solo al comando”, dell’imprenditore padre/padrone che impone il suo volere e le sue idee.
Oggi appare sempre più necessario far crescere le nuove generazioni e, se mancano le persone adatte, occorre affidarsi a manager capaci ed affidabili.