Continuano le serate con i soci protagonisti con le loro relazioni.
Questa volta è toccato a Vittorio Amigoni intrattenere i presenti con una chiacchierata sul Medio Oriente e, in particolare, sulla situazione passata e presente in Yemen, paese che Vittorio conosce molto bene avendo colà vissuto, con qualche interruzione, per quasi cinque anni.
Presentare Vittorio Amigoni fa quasi sorridere essendo da tutti ben conosciuto, ma qualche cenno sul suo percorso rotariano e professionale appare necessario e doveroso, se non. altro per rinfrescare la nostra memoria. Rotariano dal 1989 (R.C. Merate) ricopre, negli anni, numerosi incarichi come Assistente del Governatore del gruppo Brianza Nord (ora Brianza 2) (2006/2009), team leader gruppo GSE e scambio giovani, Presidente della Commissione Distrettuale Giovani Generazioni (2003/2006), Presidente del R.C. Merate nel 2001/2002, è nostro socio dal gennaio 2013.
Numerose e importanti le esperienze professionali anche all’estero in diverse società multinazionali.
Raggiunta la pensione, Vittorio viene preso dalla passione per il restauro tanto da conseguire nel 2008, dopo avere seguito e frequentato il corso triennale al Politecnico di Milano e quello all’’Istituto Terragni di Meda, il diploma di “Operatore per la conservazione e restauro delle opere e sculture lignee antiche”.
In questa veste si è occupato, tra altro, del restauro delle opere lignee dell’antichissima Moschea Al-Jami Al Kabir a Sana’a, capitale delle Yemen nonché del restauro del gruppo scultoreo delle nove statue lignee seicentesche “Il compianto di Gesù Cristo” nella chiesa di San Vittore di villa Antona Traversi.
Detto ciò che rappresenta solo una parte delle tante cose fatte da Vittorio Amigoni, veniamo al tema della serata.
Uno sguardo sul Medio Oriente e sullo Yemen in particolare da chi – come detto – ha vissuto abbastanza a lungo in quelle zone per presentare la realtà di un paese che da anni è in guerra ma che viene dimenticato per non dire ignorato.
L’incipit della relazione di Vittorio, a questo proposito, è stato per così dire “fulminante”.
Dimenticate e ignorate le poche notizie che compaiono sui media a proposito dello Yemen, sono notizie spesso travisate e manipolate ad hoc e che, quasi mai, corrispondono alla realtà vera.
Vivendo sul posto per un periodo abbastanza lungo, Vittorio ha cambiato opinione sullo Yemen e sulla sua popolazione, rispetto a quanto conosciuto prima del soggiorno a Sana’a.
La storia dello Yemen – l’Arabia Felix dei romani – è antichissima, millenaria risalente addirittura alla mitica regina di Saba, personaggio leggendario la cui memoria si perde nella notte dei tempi.
Tornando a tempi più vicini, Vittorio ha illustrato la complessità della situazione attuale della società yemenita sempre in bilico tra passato e presente.
In questo complicato mondo si scontrano tradizioni molto antiche con la voglia delle nuove generazioni di tentare di cambiare le cose.
Cosa assolutamente non facile anche perché, sullo sfondo di questo conflitto generazionale, si staglia l’annoso problema religioso dell’eterno conflitto tra sciiti e sunniti. A tal proposito si deve ricordare che il 90% della popolazione è sciita mentre solo il 10% è sunnita; questo solo dato rende perfettamente l’idea della situazione interna.
Ma non c’è solo questo. La società yemenita è ancora essenzialmente tribale dove le gerarchie sono ancorate a vecchi schemi e dove il capo tribù, di solito il più anziano, detta ancora legge .
Altro grosso problema dello Yemen è l’estrema povertà, problema amplificato da una sanguinosa guerra che si trascina da anni che ha provocato migliaia di morti, soprattutto fra la popolazione civile, a causa dei continui bombardamenti delle forse armate saudite.
A ciò si aggiunge la cronica mancanza d’acqua al punto che la popolazione è costretta a raccogliere l’acqua piovana; manca anche l’elettricità che viene erogata speso solo per poche ore al giorno.
A tutto ciò si aggiunge una gravissima crisi umanitaria dovuta alla quasi assoluta mancanza di medicine e di assistenza sanitaria; solo pochi aiuti giungono dalla Croce Rossa e da qualche organizzazione non governativa.
Nonostante questo quadro certamente non confortante, Vittorio ha voluto sottolineare come la popolazione sia pacifica e tollerante anche con gli stranieri, soprattutto con quelli che hanno non solo soggiornato a lungo nel paese ma lì hanno lavorato.
Vittorio è stato uno di questi contribuendo, con altri pochi stranieri, al restauro della più grande ed importante moschea di Sana’a, collaborando con le maestranze locali.
Purtroppo, il lavoro a causa della guerra è stato interrotto e non si sa se e quando potrà riprendere.
Vengono in mente le parole di Pier Paolo Pasolini che nel suo “Corpi e luoghi”, così scriveva: “ Lo Yemen è architettonicamente il paese più bello del mondo. Sana’a, la capitale, una Venezia selvaggia sulla polvere senza San Marco senza la Giudecca, una città-forma, la cui bellezza non risiede nei deperibili monumenti, ma nell’incomparabile disegno…….è uno dei miei sogni”.
Ebbene, Vittorio il suo sogno l’ha in parte realizzato e l’ha raccontato a noi con parole di vita vissuta sul campo e non per sentito dire. Grazie.